Perché si scrivono romanzi? Il più delle volte per ‘sistemare’ cose, sensazioni, rapporti che non siamo riusciti a gestire nella realtà e che ormai appartengono al passato ma che, tuttavia, abbiamo bisogno di ‘sistemare’. È una specie di ‘sgravamento’ dell’anima. Oppure perché ‘tutto quello che abbiamo nel cuore’ – di bello o di, brutto, che provenga da noi stessi o dall’esterno – ci sovrasta al punto che ce ne dobbiamo – in qualche modo – liberare. O, ancora, è la voglia di percorrere un sentiero di cui sappiamo solo dove e quando inizia – e questo è l’input della storia – ma che non sappiamo dove ci porterà. E questo, a mio parere, è l’aspetto più intrigante e entusiasmante.
Non si scrive perché ‘ non si ha ‘nulla da fare’…siete d’accordo?